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06 Gennaio 2021
Lotta alla povertà, si cambi logica e si aiuti chi già aiuta
Il 2020 ci lascia in eredità altri 5 milioni di italiani in difficoltà oltre agli 8,8 milioni di poveri già esistenti nonostante una spesa a debito di oltre 110 miliardi. Forse è arrivato il momento di cambiare completamente l’approccio della struttura statale anche trasferendo alle organizzazioni dell’economia sociale le tante risorse pubbliche destinate a fronteggiare l’emergenza povertà.
Da Vita.it
di Gian Paolo Gualaccini
Come purtroppo facilmente prevedibile, la pandemia ha provocato un disastro economico sociale
trascinando milioni di italiani nella povertà. Il disastro sociale non è un rischio da scongiurare come taluni dicono: è invece purtroppo una realtà già presente e l’emergenza povertà ne è probabilmente il segno più acuto. “L’Italia attraversa la piu’ grave crisi alimentare di sempre” si legge nell’ultimo rapporto di
ActionAid e anche il Censis ci ha recentemente avvisato che tra gli italiani sempre più poveri, (ci sono 600.000 poveri in più), ce ne sono 5 milioni che non riescono a garantirsi pasti giornalieri regolari.
Il 2020 cilascia in eredità altri 5 milioni di italiani in difficolta’ oltre agli 8,8 milioni di poveri già esistenti, per un totale di oltre 14 milioni. E i più colpiti dalla povertà sono le donne e i bambini; povertà che si concentra per il 60% nel meridione d’Italia con il 40% nel Nord e Centro insieme. Sono numeri che evidenziano un disastro economico-sociale che, sottolineo, abbiamo già in casa.
Anche la situazione del mercato del lavoro è diventata molto critica e potrebbe esplodere da un momento all’altro, ha detto recentemente il presidente del Cnel, Treu. Il Governo per affrontare la crisi dovuta alla pandemia ha finora stanziato, indebitandosi, una serie di misure per circa 110 mld di Euro. Ma tutti abbiamo visto le lunghe code di gente in fila a Milano (nell’immagine di cover la fila danati a “Pane quotidiano”) per avere un pasto caldo: le due cose, grandissima spesa corrente e italiani affamati nelle città, come taluni osservatori hanno rilevato, non dovrebbero mai accadere insieme. E se, come purtroppo invece, sono accadute insieme, vuol dire che quei soldi sono stati investiti malamente, si sono rivelati spesa improduttiva (il ‘debito cattivo’ di Draghi) in quanto incapace di produrre crescita e benessere.
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