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Casilino, arriva il «Maumi», il museo su arte urbana e migrazioni

Nel giardino della Casa di accoglienza dell’Ordine degli Scalabriniani, opere sulla dimensione plurale della dimensione del sacro a Roma nell’antichità e sulla straordinaria modernità del cristianesimo delle origini.
IL M.A,U.Mi sarà un vero e proprio museo a cielo aperto, che rigenera totalmente l’area d’intervento, trasformandola in un nuovo spazio pubblico aperto alla cittadinanza, luogo della bellezza per gli ospiti della casa, per il quartiere e per la città, nonché punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione artistica contemporanea internazionale.
Il progetto è promosso e curato dall’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros ed è vincitore dell’Avviso Pubblico «Creative Living Lab – Edizione 3», promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC ed è sostenuto dal programma Periferiacapitale della Fondazione Charlemagne.
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(Aricolo da https://roma.corriere.it) 23 luglio 2022.

Ha un nome dal suono dolce, per raccontare storie di speranze e di tragedie, di integrazione e disperazioni, di rifiuti e di successi. Si chiama M.A.U.Mi, il primo «Museo di arte urbana sulle migrazioni», che sorgerà nel giardino di Casa Scalabrini 634, in via Casilina, il progetto di accoglienza e dialogo promosso dall’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS), partner del progetto. La Casa offre un’accoglienza sperimentale ed innovativa per richiedenti asilo e rifugiati che, dopo il primo periodo nei centri d’accoglienza, possono sperimentare un percorso che li conduca ad una vera e propria autonomia.
L’Ordine fondato dal beato (e prossimo santo) Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, istitutore della congregazione dei Missionari di San Carlo e della congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, ha avuto fin dall’inizio, nel 1887, come missione l’aiuto e l’assistenza ai migranti. Il nuovo progetto prevede la realizzazione di 10 opere di street art, che verranno realizzati sul muro interno del giardino e che, attraverso l’arte, racconteranno le migrazioni a Roma (con un focus su Roma Est), partendo dalla ricerca storica curata dallo CSER (Fondazione Centro Studi Emigrazione di Roma), altro partner scalabriniano del progetto.

Nella prima fase verranno realizzate le attività di engagement della comunità locale e poi saranno realizzati i primi cinque «muri» a firma di Nicola Verlato, David «Diavù» Vecchiato, Mr. Klevra, Croma e Mosa One. Le opere saranno una libera interpretazione delle storie individuate nella ricerca dello Cser e saranno focalizzate sul periodo antico e medievale, e quindi rifletteranno sulla dimensione plurale della dimensione del sacro a Roma nell’antichità e sulla straordinaria modernità del cristianesimo delle origini e delle figure di Sant’Elena e Costantino. Da settembre, invece, verranno realizzate i restanti «muri» e verrà rigenerato il giardino attraverso un dispositivo museale costituito da pannelli informativi e una pedana artistica progettata dallo Studio Mill. Le opere si concentreranno sul periodo moderno e contemporaneo di Roma e Roma Est, reinterpretando la ricerca storica con un linguaggio artistico innovativo e «al femminile«.

Al termine del processo il M.A.U.Mi. ricostruirà una storia, quella delle migrazioni, ai più sconosciuta, ma che in realtà è fondativa dell’identità di Roma e in particolare di quel settore est della città che coincide largamente con il territorio dell’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros. Una sfida nella sfida, perché per «riscoprire» il Dna «migrante» di questo pezzo di Roma, il progetto trasforma Casa Scalabrini 634 da luogo associato alla povertà e al margine per la sua natura di luogo dell’accoglienza, in un polo museale di arte contemporanea, capace di innescare da questo détournement lo sviluppo dell’intero quadrante, attraverso la messa in valore delle ricchezze umane, culturali e sociali che qui sono presenti e vive.
Il M.A.U.MI propone un punto di vista complesso sul ruolo che la creatività contemporanea può assumere nello sviluppo sociale delle periferie urbane, partendo proprio da un cambio di prospettiva rispetto a queste ultime, superando la prospettiva che vede nelle periferie dei «miserabili» o peggio dei «perduti». Il progetto supera questa impostazione, assumendo invece l’idea che le periferie siano luoghi densi di cultura, storia e memoria, spazi in cui il contemporaneo si manifesta nel modo più pieno e che quindi sia necessario potenziare quei luoghi in cui queste emergenze culturali, sociali e relazionali si creano, si inspessiscono e si tramandano. La trasformazione del cortile di Casa Scalabrini 634 va quindi letta in questa prospettiva: potenziamento di un luogo capace di sintetizzare gli elementi costitutivi di un territorio e raccontare anche con l’arte gesti di quotidiana fraternità di cui Roma ha estremo bisogno.
Al termine del processo M.A,U.Mi sarà un vero e proprio museo a cielo aperto, che rigenera totalmente l’area d’intervento, trasformandola in un nuovo spazio pubblico aperto alla cittadinanza, luogo della bellezza per gli ospiti della casa, per il quartiere e per la città, nonché punto di riferimento per la ricerca e la sperimentazione artistica contemporanea internazionale. Il progetto è promosso e curato dall’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros ed è vincitore dell’Avviso Pubblico «Creative Living Lab – Edizione 3», promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC ed è sostenuto dal programma Periferiacapitale della Fondazione Charlemagne.

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