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I poli civici di Roma, in prima linea per un’economia di prossimità

In Vicariato la presentazione di una ricerca svolta nei municipi della Capitale, sviluppata dalla Sapienza con Fairwatch e fondazione Charlemagne. L’urbanista Cellamare: le reti di mutualismo, «la parte preziosa della città, che tiene in piedi interi quartieri».
Articolo di Di Roberta Pumpo pubblicato il 18 Aprile 2023 su https://www.romasette.it/

Dal Tufello a Corviale, da Spinaceto a Tor Bella Monaca, la città di Roma ha all’attivo 5.335 enti del terzo settore e cooperative sociali, 689 realtà che si dedicano all’autorganizzazione e innovazione sociale, 235 esperienze di economie trasformative dedite per lo più al settore agricolo e alimentare. Complessivamente, 6.259 realtà che operano nei propri territori, specie in periferia, in ambito sociale e culturale. Per potenziare il loro lavoro ieri sera, 17 aprile, è stato lanciato un appello alle istituzioni per incrementare le azioni di politica pubblica locale attraverso i poli civici, strutture orientate allo sviluppo del welfare locale e di attività di economia di prossimità. Un suggerimento dato durante l’incontro promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato della diocesi di Roma svoltosi nella Sala Cardinale Poletti del Palazzo del Vicariato. Tema della serata: “Reti di mutualismo e poli civici a Roma. Osservatorio delle reti romane di mutualismo e sperimentazione di centri civici a supporto dello sviluppo locale integrale delle periferie”.

pastorale sociale, ricerca su periferie e poli civici, vicariato, 17 aprile 2023

Nel corso dell’evento è stata presentata una ricerca nata dalla collaborazione tra soggetti diversi sviluppata dal LabSU – Laboratorio di Studi Urbani “Territori dell’abitare” (Dicea – Sapienza Università di Roma) in collaborazione con l’associazione Fairwatch e finanziata dalla fondazione Charlemagne. Un lavoro frutto dell’esperienza fatta sul campo dai ricercatori i quali, tra le oltre 6mila realtà virtuose che operano nei municipi romani, hanno individuato 21 territori che collaborano in sinergia, che hanno cioè creato reti di mutualismo, tra le quali spiccano i quartieri Esquilino – dove lo scorso anno è nato un vero e proprio laboratorio di attivazione sociale che coinvolge oltre trenta associazioni – e Quarticciolo. Qui il polo civico si propone, tra l’altro, di favorire l’occupazione e l’imprenditoria locale, contrastare il disagio sociale, la dispersione scolastica e quindi il radicamento della criminalità organizzata nel tessuto sociale del quartiere.

pastorale sociale, ricerca su periferie e poli civici, vicariato, 17 aprile 2023

L’incontro è stato aperto dal saluto del vescovo Riccardo Lamba: «È molto bello ciò che nasce dal territorio per valorizzare le risorse e lo fa con la Chiesa», ha detto. Monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato, ha ringraziato i ricercatori «per aver reso riconoscibile l’impegno di tante realtà che operano nei quartieri romani. La diocesi di Roma – ha assicurato – vuole accelerare l’avvio di processi virtuosi». Carlo Cellamare, professore ordinario di urbanistica alla Sapienza, tra i curatori della ricerca, ha definito le reti di mutualismo «la parte preziosa della città, una forza che tiene in piedi interi quartieri e che ha svolto funzioni fondamentali durante la pandemia, risolvendo situazioni alle quali l’amministrazione non arrivava». La ricerca si apre con la mappatura delle forze che operano nella Capitale e che «restituisce una città vitalissima sia per una debolezza delle politiche pubbliche sia per la vitalità sociale», ha aggiunto l’urbanista.

Dalla ricerca sono emerse anche delle sorprese, ha spiegato l’economista Monica Di Sisto dell’associazione Fairwatch. A Roma molte delle realtà che lavorano nel settore sociale attivano molte «iniziative connesse al “Riuso, riciclo ed economia circolare”, alla produzione agricola, a quella artigianale e alla manifattura. Finestre che possono essere una risposta importante all’attivazione dei territori anche in senso economico e di costruzione di un reddito, se però ci si scommette sopra». Anche Riccardo Troisi, anche lui economista, ha rimarcato che «l’amministrazione e le realtà sociali insieme possono costruire percorsi dal basso per la co-promozione di una politica pubblica locale». Il lavoro dei ricercatori è stato portato avanti con «ostinazione e ottimismo», ha proseguito Stefania Mancini, della fondazione Charlemagne. «A tutti noi preme assicurare una vita dignitosa a tutti mentre a Roma è assicurata solo a un nucleo di persone – ha rimarcato -. Bisogna lavorare insieme e in modo sistemico perché da soli non bastiamo».

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